venerdì 18 maggio 2007

Racconti dall'Albania

Laura Giombetti, Incaricata Regionale dell'ACR, è appena tornata dalla missione di Bathore in Albania, per il progetto di solidarietà che l'AC delle Marche sostiene in seno alla festa regionale.
Ascoltiamo dalle sue parole coinvolgenti com'è andata.


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Il viaggio in Albania: buku vertete?!


Un piccolo gruppo di persone, con varie esperienze sono state nei giorni scorsi in Albania, a Bathore, nei pressi di Tirana, dove opera don Patrizio Santinelli, un prete fidei donum della diocesi di Macerata.
Le motivazioni del viaggio erano molto diverse: fare volontario, incontrare amici, vedere cose nuove. E poi c’ero anch’io, che a nome dell’Azione Cattolica delle Marche sono andata a ritirare i fazzolettoni di stoffa realizzati nella missione e che saranno dati ai partecipanti alla festa regionale dell’Azione Cattolica in programma il prossimo 2 giugno.
Attraverso la presenza di don Patrizio, i progetti della Caritas, l’anno di volontariato sociale all’estero e quant’altro, la Chiesa delle Marche ha un legame a doppio filo con questa realtà albanese, un legame che ha trovato anche in quest’iniziativa un motivo per rinsaldarsi.
A Bathore la povertà si manifesta in una vita di stenti, in una serie di servizi (strade, elettricità, acqua corrente…) a singhiozzo non assicurati, in un contesto sociale e culturale non sviluppato, crudo, in cui la violenza, la legge fatta da sé, la vendetta, sono radicati e sembrano farla da padroni. Ma accanto a questo attecchiscono anche percorsi di educazione della persona e del suo essere consapevole di sé; è presente e opera una Chiesa che si fa portatrice dell’annuncio della novità di Cristo e del vangelo. Così, apprendere tecniche, essere fedeli ad un impegno, farsi carico di educare i più piccoli fanno parte del percorso educativo messo in moto, che ha come principali protagonisti i giovani e le donne: il futuro gli uni, le portatrici di vita, di cultura e di fede le altre.
Il contatto per il progetto con l’Azione Cattolica è partito contemporaneamente all’idea della festa: il laboratorio di taglio e cucito della missione è stata incaricata di tagliare, cucire e ricamare le bandane colorate distribuite ai ragazzi e agli adulti che saranno a Fabriano.
Nel lavoro sono state coinvolte: due ragazze protagoniste di un progetto di micro-imprenditorialità femminile, a cui in precedenza è stato fatto credito per dei macchinari di taglio e cucito da riscattare piano piano con il loro lavoro; tutte le giovani del centro che hanno tagliato, preparato la scritta per il ricamo sui fazzoletti e fatto le rifiniture; una madre di famiglia, già sarta, per una supervisione generale, e suor Virginia, il motore del centro. Un lavoro tutto al femminile, in un contesto in cui la donna fa fatica ad uscire sola e senza un motivo stabilito dal padre o dal marito, in cui è ritenuto inutile che le donne sappiano fare qualcosa fuori di casa, in cui coltivare aspirazioni e sogni è proibito, in cui l’arte di saper realizzare insieme qualcosa è del tutto una novità. 
I corsi di taglio e cucito della missione sono aperti sia a ragazze cristiane che musulmane e il lavoro dei “fazzolettoni” le ha particolarmente unite, perché avere un obiettivo comune – insieme alla paura di non farcela in tempo – ha creato complicità, ha permesso di far venir fuori la voglia e la grinta di crederci insieme; l'una è stata necessaria all’altra, e molti sono stati i discorsi e le confidenze intorno a quella scritta ripetuta 4000 volte: buku vertete?! Bello, vero?! Un coinvolgimento che ha toccato molte volte anche le madri e le nonne, per il lavoro portato a casa, e indirettamente anche alcuni scettici e ostici capi-famiglia.
Nell’itinerario di preparazione alla festa del 2 giugno si era particolarmente posto l’accento su come lo stare insieme, l’incontro con gli altri, la comunità, rappresenti l’immagine vera della bellezza di Gesù stesso: è quel volto d’amore che di Lui è ancor oggi immagine, perché nella comunità dei credenti si rende presente, viva e operante la presenza eucaristica di Dio. Rendere vivo, visibile e operante il volto bello di Gesù è compito di ciascun cristiano nella Chiesa.  
E in Albania, attorno a delle bandane colorate, si ha avuto l’impressione che questo sia proprio successo, e il semplice pezzo di stoffa è diventato il frutto di lavoro, di fatica, di impegno, di capacità tecniche, di apprendimento, di socialità, di promozione della persona, di fede, di bellezza, di verità, di Chiesa.
Tutto ciò rende non valutabile in termini quantitativi (e tanto meno di soldi) il progetto, anche se quanto è stato pagato per questa commessa aiuterà a sostenere il centro di taglio e cucito e darà la possibilità ad alcune delle loro componenti di diventare in tutto e per tutto “micro-imprenditrici”, perché finiranno di riscattare il prestito loro concesso. Tanto meno è valutabile e pienamente esprimibile la portata del viaggio e degli incontri, soprattutto quando ancora le emozioni sono così vivide e calde.
Allora occorre invocare lo Spirito, il Paraclito, presente in maniera sicuramente particolare, vista la celebrazione della Confermazione per alcuni ragazzi della parrocchia di Bathore proprio domenica scorsa, affinché guidi tutti noi alla verità tutta intera, e ci permetta di assaporarne tutta la bellezza.  È certo vera la tensione di riuscire a trasmettere ai ragazzi e agli adulti il senso e la valenza che tutto ciò rappresenta, e sarebbe davvero bello che nulla vada disperso.


Laura

1 commento:

  1. È tradizione consolidata, in AC, legare ad iniziative associative, oltre che al mese della pace, progetti di solidarietà. Anche l'idea di una festa regionale dell'AC è stata da subito legata a un progetto di sostegno della missioneMore about this at AC e solidarietà: la nuova esperienza regionale

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